Canti Ribelli (2017)
tributo a Renaud

adattamenti in italiano di Giangilberto Monti
con Bati Bertolio (tastiere), Umberto Cariota (basso)
Paolo Rigotto (percussioni), Roberto Zorzi (chitarre)

Un concerto-spettacolo con le più belle canzoni di Renaud, stella del rock d’autore d’oltralpe, alternate alle prime composizioni dello chansonnier milanese, non molto dissimili dalle sarcastiche ballate del periferico parigino, qui adattate in italiano. Affiancato da un sound elettroacustico, Giangilberto Monti affronta l’ultimo dei maudits per eccellenza, non senza dimenticare i suoi ispiratori – Vian, Ferrè e Gainsbourg – tra ribellismo poetico e ironia senza confini.

Canti Ribelli è anche il più recente album di Giangilberto Monti (Egea Music/Warner, 2017). Ed è la prima volta in assoluto che Renaud concede un’autorizzazione ufficiale all’adattamento in italiano del suo repertorio, dal quale Monti ripropone dodici tra le sue più belle canzoni, registrate tra Milano e Torino con l’aiuto di un classico “combo”, nel desiderio di far conoscere nel nostro paese l’universo poetico e musicale di questo suo alter-ego.

 

30VIDEOCLIP DI COPPIA (1985)
con Lella Costa e Giangilberto Monti

testo di Giangilberto Monti
musiche ambientali Matteo di Guida
costumi e trucco Beatrice Gatti
scene Franca Bertagnolli

luglio 1985 – Teatro Porta Romana di Milano

Un uomo e una donna. Un pied-à-terre durante la notte, durante tutta la notte. Lui è un travestito e quando fuori fa freddo rimane in casa. Lei è una donna distratta e nella nebbia ha sbagliato portone e scala, e così è entrata in un altro condominio, in un appartamento proprio uguale al suo. E a quello di lui. Inizia un dialogo notturno contrrappuntato da strani personaggi che entrano a far visita a lui, o a lei? E che vengono allontanati usando molta fantasia. C’èanche un bagno e un cucinino, ci sono di mezzo dei film e spezzoni musicali, come tanti videoclip di coppia. Alla fine Chiara e Francisco si conoscono, forse fanno all’amore, sicuramente si addormentano. Al mattino lei cerca lui. Il bagno è chiuso a chiave, lei lo cerca in camera, nel cucinino… e intanto il telefono suona, ma nessuno risponde. E non è vero niente…
In realtà loro si conoscono benissimo anche se il telefono continua disperatamente a suonare. Lei non fa in tempo a rispondere, lui da una cabina telefonica riappende la cornetta. Buio.. Ci si traveste per scappare, dimenticare o giocare, meglio se in due, meglio se in coppia, e intanto il telefono suona come una canzone:

“Si vedrà, la magnifica preda in velocità lei sarà come i baci dei film fatti tanti anni fa..”

29AVANA E COGNAC (1985)
con Aldo Baglio (Avana)
Giovanni Storti (Cognac)

Marco Della Noce (secondino, direttore del carcere, Ansiolin)
Cesare Gallarini (detenuto, boss mafioso)

 

testo e regia Giangilberto Monti

10-21 aprile 1985 – Teatro Verdi di Milano

Due giovani mafiosi, Avana (Aldo Baglio) e Cognac (Giovanni Storti), vengono sorpresi all’aeroporto di Linate con un ingente carico di stupefacenti e portati in carcere, dove subiscono strane visite: prima il vicino di cella Ansiolin (Marco Della Noce) stranamente assomigliante al secondino e al direttore del carcere, poi un detenuto troppo curioso (Cesare Gallarini), che si rivelerà essere un temuto boss mafioso. Solo nel finale si scopre che il palermitano Avana e il milanese Cognac sono stati sequestrati dalla stessa mafia a cui appartengono, stanca dei loro continui e improbabili fallimenti nel campo del crimine organizzato.
Un quasi musical che segna gli esordi teatrali di quattro comici destinati al successo.

musiche Gaetano Liguori
scene Luca Gandini
costumi Beatrice Gatti – foto Marco Giberti

27DREYFUS (1998)
con Graziella Galvani, Fabio Carraresi,
Daniele Marfori e Maurizio Salvalalio

testo di Vittorio Orsenigo e Giangilberto Monti
regia Giangilberto Monti

Milano 1998 – Associazione Porte Aperte

Durante il 1998 un gruppo di avvocati e professionisti milanesi raccolse scritti e testimonianze sul notissimo “caso Dreyfus”, di cui in quell’anno ricorreva il centenario. L’ispiratore di quella ricerca fu Francesco Piscopo, legale di origine siciliana, che proprio l’anno prima aveva fondato nel tipico quartiere del Ticinese un circolo che segnò una stagione di grandi curiosità ed eventi nella vita culturale di Milano. Uno di questi fu proprio la preparazione dello spettacolo che doveva raccogliere i frutti di quella ricerca. Il capitano dell’esercito francese di origine ebraica Alfred Dreyfus negli ultimi anni del secolo scorso fu incriminato ingiustamente con l’accusa di alto tradimento e spionaggio ai danni della Francia. Degradato e condannato ai lavori forzati il suo caso suscitò grande sdegno e scalpore nella parte più illuminata del paese, fino a quando lo scrittore Emile Zola, il 13 gennaio 1898, indirizzò ai giudici e all’esercito francese una pubblica invettiva che venne poi affissa su tutti i muri di Parigi: il “J’accuse”, che provocò la riapertura del caso e la cancellazione della condanna, ma non la totale riabilitazione di Dreyfus, ferita ancora aperta nella storia di quel pur civilissimo paese. Dai risultati di questo gruppo di lavoro lo scrittore e giornalista Vittorio Orsenigo elaborò una prima drammaturgia, che venne poi adattata in forma di lettura scenica da Giangilberto Monti, che ne curò anche la regia. La pièce venne in seguito proposta durante la primavera nei locali del “Porte Aperte”, così si chiamava il circolo culturale fondato da Francesco Piscopo. Del gruppo che si prestò ad interpretare questo testo fecero parte Graziella Galvani, che aveva maturato una lunga esperienza con il Piccolo Teatro di Milano, Maurizio Salvalalio, proveniente dai gruppi della nuova drammaturgia milanese, Fabio Carraresi, più volte impegnato in letture poetiche e Daniele Marfori, che aveva collaborato alla ricerca storica. Il testo verrà poi pubblicato nel 1999 dalla casa editrice Greco & Greco.

“La mia collaborazione con Vittorio Orsenigo, autore che unisce al rigore di fondo una straordinaria capacità improvvisativa, è stata arricchita da una lunga conversazione con Ettore Capriolo, studioso e maestro di Teatro, che mi ha fatto comprendere la complessità di questa storia e l’incredibile superficialità con la quale, a volte, il potere tratta la vita umana. Con questo lavoro ho probabilmente reso solo in minima parte le infinite discussioni intorno a questo tema e in particolare al caso Dreyfus, ma ho cercato di farlo con attenzione e onestà, la stessa onestà che spesso ci aspettiamo da quei giudici che, sopra di noi, hanno l’ultima parola e che a volte rispondono solo col silenzio”
(G.G. Monti)

26PAROLE D’ONORE (1996)
lettura scenica
con Paolo Bessegato e Francesca Paganini

testo di Giangilberto Monti

maggio 1996 – Associazione Porte Aperte di Milano

La commedia di mafia Parole d’Onore è ispirata alla ricerca della giornalista e scrittrice Liliana Madeo, e alle testimonianze sul rapporto tra mafia e collaborazionismo raccolte dalla sociologa Simona Peverelli, che si è occupata a lungo del fenomeno della criminalità organizzata nel nord Italia. Sotto forma di lettura scenica, Parole d’Onore è stata inserita nella rassegna multimediale “Teatro d’Onore, voci di Sicilia su mafia e dintorni”, organizzata dall’Associazione Fort Alamo di Milano e patrocinata dai settori Cultura del Comune e della Provincia di Milano, e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia. Il testo racconta l’incontro-scontro di due donne, una collaboratrice di giustizia di origine meridionale e una poliziotta proveniente dal nord Italia. Dal contrasto di mondi apparentemente così lontani, si intravede la speranza di una risposta diversa al dramma della solitudine di chi non si riconosce più nella società che lo circonda.

“Parlare di chi crede nella costruzione di una società civile e a questo le sacrifica affetti, libertà personale e a volte la vita stessa, facendo conoscere le loro storie nelle scuole, in teatro, al cinema e alla radio, smettendola così di parlare dei mafiosi e del loro corteo di valori quasi fossero eroi romantici di un brutto film di gangster. Il tempo è adesso”
(Rosa Masciopinto, nella foto)

25VOCI DEL ME MILAN (1997-1999)

recital musicale
con Daniela Ferrari
Germano Lanzoni e Gianfranco Balestrini

 

ideazione e regia Giangilberto Monti
consulenza musicale Sandro Avanzo
immagini Marco Giberti
regia Giangilberto Monti

Con questo spettacolo musicale, presentato a Milano nel 1997, ospitato al Festival Nazionale di Todi nel settembre 1998 e poi replicato per altre due stagioni, si è inteso valorizzare la cultura lombarda al di là dei “campanilismi” e riscoprire quell’infinità di autori e canzoni rimasti per troppo tempo inutilizzati o posti in secondo piano.
Una ricerca scrupolosa, condotta da Sandro Avanzo e Giangilberto Monti, ma soprattutto un omaggio musicale a Milano e alla sua memoria, alternando il dialetto milanese all’italiano e riscoprendo un repertorio tuttora vitale. Il recital è animato dalla bravura della vocalist Daniela Ferrari e dalla coppia di cabaret musicale Gegio & Gianfri. Il primo, Germano Lanzoni, è animatore e conduttore radiofonico, il secondo, Gianfranco Balestrini, è pianista, cantante e compositore.

Teatro Piccola Commenda di Milano novembre 1997
Festival Teatrale di Todi settembre 1998
Teatro Gnomo di Milano novembre 1999

23CANTO DI TERRA (1998-1999)
arie, lunarie e storie di Sicilia con Kaballà

voce recitante Alessandra Felletti
ideazione e regia Giangilberto Monti

maggio 1998 – Porte Aperte di Milano
dicembre 1999 – Teatro Filodrammatici di Milano

Con questo spettacolo Giuseppe Rinaldi propone non un semplice concerto o un recital ma una forma di comunicazione mista, tra musica, letteratura e teatro. Il sottotitolo anticipa l’atmosfera dello spettacolo che vede alternarsi le migliori canzoni di Kaballà, riarrangiate in forma acustica, a brani di Tomasi Di Lampedusa, Quasimodo e Vincenzo Consolo, oltre a frammenti tratti dalle opere di Pirandello e Sciascia e ad una breve ma intensa citazione della famosa lirica di Pasolini “Io so i nomi”. Uno spettacolo che recupera la più antica tradizione siciliana: il significato del locale gusto per la narrazione, la musicalità di un linguaggio che alterna il dialetto alla lingua italiana e una suggestiva contaminazione di stili musicali, restituendo valori e intelligenze che riscattano l’immagine cupa e violenta che di questa terra ci offre la cronaca quotidiana.

canzoni originali e voce solista Giuseppe Rinaldi (Kaballà)
chitarra classica Pierluigi Ferrari
violoncello Massimo Stingo
chitarre acustiche Massimo Germini

banda-bonnotL’Amore che fa Boum! (2014)
narrazione musicale tratta dal libro omonimo
ospite Susanna Colorni

Da una decina d’anni Giangilberto Monti si è appassionato a questa storia e l’ha portata sulle scene. Il radiodramma musicale, trasmesso dalla RSI, ottiene il Prix Suisse 2004. Questo spettacolo, tratto dal romanzo storico omonimo (ed. Vololibero, 2013), racconta particolari inediti, fatti e personaggi dell’epopea anarchica alle soglie del XX secolo, con le contraddizioni e le mille questioni sull’utopia e la realtà, che hanno accompagnato il ribellismo di ogni generazione. Lo accompagnano sulla scena la cantante Susanna “Suso” Colorni, il fisarmonicista Roberto Carlotti e il chitarrista Matteo Negrin. Le canzoni di Boris Vian, che fanno parte dell’opera musicale La bande à Bonnot – presentata a Parigi nel 1954 – si alternano alla narrazione. La prima ha avuto luogo al Teatro Filodrammatici di Milano, il 7 marzo 2014.

 

11 febbraio 2014
Feltrinelli – Torino
ospite Bruno Gambarotta

6 febbraio 2014
libreria Coop – Milano
ospiti Piero Colaprico e Oliviero Ponte di Pino

31 gennaio 2014
Circolo ArciNova, Nova Milanese (MI)
showcase con Susanna Colorni, Roberto Carlotti, Matteo Negrin

23 gennaio 2014
caffè-libreria N’Importe Quoi – Roma
ospite Liliana Madeo

22 novembre 2013
la Banda Bonnot all’Arci Scighera di Milano per Book City 2013
con Giangilberto Monti
ospiti Susanna Colorni (voce), Roberto Carlotti (fisa), Matteo Negrin (chitarre)
conduzione Lorenzo Valera

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cabaretLa vera storia del cabaret (2014)
dallo Chat Noir di Parigi al Derby Club di Milano
performance musicale

Ispirato al libro omonimo, firmato con Flavio Oreglio (Garzanti, 2013), è una storia divertita sul genere di spettacolo che da sempre affascina le platee più varie, citando brani italiani e francesi – dalle ballate ironiche di Boris Vian e Georges Brassens ai ritornelli più noti di Petrolini, Rascel, Carosone, Buscaglione, Jannacci, Gaber e Fo, fino ai brani originali da cantautore ironico – e raccontando in stile da moderno chansonnier, fatti, misfatti e personaggi di questo mondo comico, che dai cabaret della Parigi di fine Ottocento ha poi conquistato teatri e platee televisive. In questa performance comico-musicale, G.G.Monti  è accompagnato sulla scena da due musicisti di carattere, in un approccio semiserio a un genere che il protagonista ha amato e frequentato fin dai tempi del primo Zelig, quando collaborava con i comici che oggi spopolano sui media nazionali.

Maledetti Francesi

Giangilberto Monti assembla il repertorio francese che ha sempre amato, cantando in italiano le più belle canzoni di Boris Vian, Léo Ferré e Serge Gainsbourg – da lui pubblicate dal 1997 a oggi – raccontando gli esordi dei più noti interpreti francofoni e tracciando quel filo rosso che unisce poesia e canzone lungo il Novecento. Canti ribelli e vite da chansonnier, dal fondatore della chanson canaille Aristide Bruant – lanciato dal mondo variegato e affascinante dello Chat Noir  – alle ballate sarcastiche e feroci dell’ultimo dei maudits, il rocker Renaud Séchan. Negli ultimi anni si sono succedute diverse edizioni dello spettacolo, tra jazz e folk-rock, trasformandolo in una performance sempre attuale.