12SUL CONFINE (1994-1995)
con Ubi Molinari e Giangilberto Monti

testi Riccardo Piferi e Giangilberto Monti
musiche originali Ubi Molinari
regia Riccardo Piferi

Teatro Giocovita di Piacenza
Teatro Giocovita di Piacenza
Teatro Garage di Genova

Satira, comicità, musica e canzoni in un lavoro scritto a quattro mani con Riccardo Piferi, autore per Paolo Rossi, Lella Costa ed Enzo Jannacci. Lo spettacolo vuole essere una graffiante e amara satira dei nostri giorni, un lavoro che coraggiosamente interpreta lo sgomento di chi non sa da che parte stare, di chi non riesce più a riconoscersi nella politica, nella famiglia, nella vita, ma anche un lucido e preciso atteggiamento intellettuale, per non cadere in facili nostalgie di “come eravamo” o farci travolgere dalla rapidità dei mutamenti. Stare “sul confine” diventa una necessità più che una scelta. La chitarra del bluesman Ubi Molinari – autore di tutte le musiche – accompagna i monologhi dello spettacolo, trasformandoli spesso in verve comica. La canzone Ero una Turca – che contrassegna il brano sul razzismo – vince il Premio della Critica al Festival della Canzone Satirica, ad Ascoli Piceno.

11NON POTETE INSULTARCI COSI’ (1995-1996)
testi e canzoni di Boris Vian

con la partecipazione di Evelina Primo
collaborazione artistica Giulia Colace
regia Cesare Gallarini

giugno 1995 – Teatro delle Vigne di Lodi
gennaio 1996 – Teatro Libero di Milano

Lo spettacolo riproduce il lungo lavoro di ricerca che Giulia Colace e Giangilberto Monti hanno ralizzato, in più di un anno di lavoro, sull’opera di Boris Vian, che ha dato poi anche origine al volume della Marcos y Marcos “Boris Vian-Le Canzoni” e che si propone di far conoscere al pubblico italiano l’aspetto musicale di questo grande artista: trasgressore nei testi e nella mescolanza degli stili musicali, precursore di mode e correnti culturali e ancora oggi, nel suo rifiuto di qualsiasi conformismo di parte, di grande attualità. I dialoghi dello spettacolo sono citazioni e adattamenti delle parole di Vian, riportate alla finzione scenica di un confronto serrato tra una spettatrice e l’inteprete; l’idea registica riprende un fatto realmente accaduto allo stesso Vian durante le sue esibizioni al Trois Baudets di Parigi, quando le sue canzoni erano accolte da un pubblico spesso dissenziente.

pianoforte Gino Marcelli
batteria Vanni Stefanini
contrabbasso Marco Mistrangelo

10BORIS VIAN, LE CANZONI (1997-1999)
canzoni possibili e impossibili di Boris Vian
recital musicale
di e con Giangilberto Monti

 

 

marzo 1997 – Casa delle Culture di Roma
aprile 1997 – Teatro Ciak di Milano
gennaio 1999 – Teatro Filodrammatici di Milano

Boris Vian, fu ingegnere, poeta, trombettista jazz, attore, traduttore, romanziere, esperto di fantascienza, amico di Duchamp, Queneau e Max Ernst, animatore dei circoli di Patafisica e animatore della vita notturna parigina degli anni ’50. Artista poliedrico, trasgressore nei testi e nella mescolanza degli stili musicali, precursore di mode e correnti culturali, Vian é ancora oggi, nel suo rifiuto di qualsiasi conformismo di parte, di grande attualità. In pochi anni scrisse più di quattrocento canzoni, famosissime in Francia e in mezzo mondo, sconosciute da noi, tranne la stupenda ballata del “Disertore”, che però rappresenta solo una piccola parte del suo aspetto musicale, curioso e imprevedibile. Questo recital raccoglie le sue canzoni più belle, adattate in italiano da Mont e raccolte in un CD prodotto da Warner France e Roberto Colombo, poi distribuito dal “Manifesto”. Questo recital – che segue lo spettacolo teatrale “Non potete insultraci così”, realizzato due anni prima, estrapolandone l’aspetto musicale – è un viaggio ideale attraverso quell’epoca e quei sogni, dove a ritmo serrato si ascolta il meglio delle canzoni dell’artista francese.

pianoforte Diego Baiardi
batteria Vanni Stefanini
contrabbasso Marco Mistrangelo

Il Ballista e la Pianista (1999)
canzoni e canzonette di Dario Fo
con Giangilberto Monti e Laura Fedele

consulenza musicale Sandro Avanzo
regia Carlo Cialdo Capelli

marzo 1999 – Teatro Libero di Milano
novembre 1999 – Teatro Garage di Genova
dicembre 1999 – Teatro Verdi di Milano

Una scelta attenta del vasto repertorio musicale che Dario Fo ha scritto nel corso della sua pluriennale carriera, passando dai brani firmati con Fiorenzo Carpi per il teatro alle ballate ironiche composte con Jannacci per il cabaret, senza trascurare il repertorio delle canzoni più melodiche. Una selezione curata con Sandro Avanzo – critico e studioso musicale – e messa in scena con la collaborazione di Carlo Cialdo Capelli, compositore e regista. Giangilberto Monti gioca in questo recital il ruolo dello chansonnier stralunato, affiancato dalla pianista e cantante jazz Laura Fedele, che qui porta in scena tutta la sua esperienza di vocalist e performer musicale. Un recital divertente e spiazzante, dove le migliori canzoni del repertorio di Dario Fo vengono riproposte

08Musicalmente Scorretto (2000-2001)
ministoria della canzone d’autore italiana
cantata e raccontata da Giangilberto Monti

regia Carlo Cialdo Capelli

 

ottobre 2000 – Spazio Zazie di Milano
novembre 2000 – Teatro Garage di Genova
novembre – dicembre 2001 – Teatro Litta di Milano

La storia della canzone d’autore, dalle origini nelle caves francesi fino alle ballate dei giorni nostri, tra strofe e ritornelli che hanno affascinato più generazioni. Un viaggio anomalo tra le nostre più belle canzoni d’autore, da De Andrè fino a Capossela, ricordandone le origini, gli interpreti più conosciuti e quelli più dimenticati. Il tutto in versioni rigorosamente “unplugged”. Una serata anarchica nella sostanza, conservatrice nella forma e progressista nei contenuti. Una chiacchierata dove alcuni appassionati musicisti si passano la palla, odiando la razza cantautorale e dunque amandola fino in fondo, poichè la vorrebbero possedere interamente. E se la musica è sfinita, chi sono i cantautori di oggi?

fisarmonica Roberto Carlotti
violoncello e flauto Simona Colonna
chitarra e bouzuki Massimo Germini

07La Banda Bonnot (2002)
storia del bandito anarchico Jules Bonnot
cantata e raccontata da Giangilberto Monti
su canzoni originali di Boris Vian

direzione musicale Carlo Cialdo Capelli

1 dicembre 2002 – Teatro Litta di Milano
5 – 8 dicembre 2002 – Teatro Garage di Genova

Il 28 aprile 1912, assediato da cinquecento soldati e di fronte a ventimila persone accorse per assistere all’assalto finale, muore il bandito anarchico Jules Bonnot, dopo aver rapinato banche e tenuto in gendarmi e investigatori, grazie alla sua abilità organizzativa e alla coperture del movimento che rappresentava.

Alla fine del 1954 Henri-Francois Rey scrive una commedia musicale sulla Banda Bonnot e chiede a Boris Vian – poeta, scrittore, autore di canzoni e animatore delle notti parigine di Saint Germain des Prés – di comporre testi e musiche delle canzoni. Vian scrive una ventina di brani e lo spettacolo si tiene a Parigi. Nonostante l’intensità della storia e la bellezza dei testi, viene ritirato dal cartellone, forse per la sottile censura che allora colpiva tutta la controcultura francese.

Si perdono gli spartiti originali e l’opera viene in parte rimusicata da Louis Bessières nel 1970, che ne modifica i testi. Giangilberto Monti riprende in forma di racconto la storia della Banda Bonnot, recupera i testi originali e li adatta in italiano, portandoli in scxena accompagnato da tre musicisti di eccezione: “Questa è una storia all’inizio del Novecento. Siamo in Francia, c’è la democrazia. La guerra in Europa non c’è, o meglio c’è dappertutto ma non da noi… è la Belle Epoque”. Come diceva il Prof. Lacassagne, inventore della medicina legale in Francia: la società ha i criminali che si merita.

Roberto Carlotti (fisarmonica e basso acustico)
Renata Mezenov Sa (canto e chitarra classica)
Caroline Tallone (voce, violino, ghironda e organetto diatonico)

06La Belle Époque della Banda Bonnot (2004)
dall’omonimo radiodramma musicale
su canzoni di Boris Vian

regia Annig Raimondi
con Alessandra Felletti e Giangilberto Monti

e con
Roberto Carlotti (fisarmonica e basso acustico)
Renata Mezenov Sa (canto e chitarra classica)
Marco Mistrangelo (contrabbasso)

9-19 dicembre 2004 – Teatro Arsenale (Milano)

E’ la Belle Époque. Jules Bonnot, operaio, anarchico e poi bandito, viene braccato per anni dalla polizia francese diventando quasi un eroe popolare: il 28 aprile 1912 la sua cattura si svolge di fronte a cinquecento soldati e ventimila parigini. Henry-François Rey nel 1954 trasforma questa storia in una commedia musicale e chiede a Boris Vian, scrittore e autore, di scriverne le canzoni, ma la censura del governo De Gaulle e il clima politico dell’epoca affossano il progetto. Lo spettacolo resta in cartellone solo due settimane, gli spartiti originali vanno persi e l’opera viene rimessa in scena solo nel 1970. Alcuni brani canzoni vengono rimusicati dal fisarmonicista Louis Bessières, che ne modifica in parte i testi. Tutto questo lavoro viene pubblicato in un CD nel 1975 da Jacques Canetti ma la successione che aveva immaginato Vian non viene rispettata.
Giangilberto Monti adatta in italiano le venti canzoni di Vian, per lo più inedite, mette in musica quelle che non compiaono nella produzione del 1975 e ricompone l’ordine originale dell’autore, mettendo in scena un primo spettacolo nel 2002. Il jazz sound originale viene mescolato con il folk. Monti canta con Renata Mezenov Sa, d’origine russo-cubana; il risultato è una fusione tra musica colta e ritmi popolari. La Radio Svizzera Italiana accetta di produrre uno sceneggiato radiofonico ispirato alla prima messinscena, che vince il Prix Suisse 2004 – l’Oscar della radiofonia elvetica – tra la sorpresa generale. Questa nuova messinscena rispetta lo spirito della storia e delle canzoni dell’epoca; vengono aggiunti gli atti originali del processo, dove Monti è nel doppio ruolo di narratore e Presidente della Corte; l’attrice Alessandra Felletti impersona Rirette Maitrejean, l’unica donna della Banda Bonnot assolta nel processo parigino, nel febbraio 1913.

Teatro Arsenale (Milano) 9-19 dicembre 2004

05Maledette Canzoni (2005-2006)
recital musicale
ideazione e canto Giangilberto Monti
piano e arrangiamenti Diego Baiardi
batteria Johannes Bickler
regia Annig Raimondi

5 marzo 2005 – Folkclub Torino
10-13 marzo 2005 – Teatro Garage Genova
17 aprile 2005 – The Place Roma
17-22 maggio 2005 – Teatro Verdi Milano
3 luglio 2005 – Festival dell’Umorismo di Bordighera (IM)

In italiano le più belle canzoni di Boris Vian (1920-1959), Leo Ferré (1916-1993) e Serge Gainsbourg (1928-1991), i tre maudits francesi per eccellenza. Le radici del cantautorato italiano e il ribellismo di sempre si ritrovano nelle parole ironiche, provocatorie e selvaggiamente poetiche di questi tre artisti, in un recital che vuole raccontare i sogni e le follie di chi voleva cambiare la società con l’arte minore della canzone, come la definiva Gainsbourg, il padre putativo dei primi punk. E senza dimenticare la cattiveria e il divertimento che può nascere tra un cantante voglioso di interpretare questo repertorio, un pianista che ogni tanto vorrebbe scappare e un batterista molto ma molto “tedesco”. E poi le poesie francesi, gli amori italiani e queste bellissime e maledette canzoni…

Boris Vian (1920-1959) artista poliedrico, trasgressore nei testi e nella mescolanza degli stili musicali, precursore di mode e correnti culturali, è ancora oggi, nel suo rifiuto di qualsiasi conformismo di parte, di grande attualità. E’ stato ingegnere, poeta, trombettista jazz, traduttore, romanziere, esperto di fantascienza e animatore della vita notturna parigina degli anni Cinquanta. Delle sue canzoni ricordiamo la struggente ballata del Disertore, che tuttavia rappresenta solo una piccola parte del suo aspetto musicale, curioso e imprevedibile.

Leo Ferré (1916-1993) lo chansonnier francese giudicato il più politico e arrabbiato di tutti, è quello che si immedesima per lunga parte della sua produzione con l’idea anarchica e ne fa la sua bandiera artistica. Ma Ferré è anche uno straordinario autore, e molti interpreti, da Yves Montand a Juliette Gréco, hanno beneficiato della sua geniale vena creativa e dei suoi legami con i grandi della poesia francese, da Louis Aragon a Charles Baudelaire.

Serge Gainsbourg (1928-1991) forse il più grande provocatore della canzone d’oltralpe: spirito critico finissimo, talento melodico eccezionale e versificatore di grande preziosismo. Di lui in Italia si conosce la ballata erotica Je t’aime, moi non plus, mentre nei suoi quasi venti album Gainsbourg va ben oltre il sentiero della provocazione verbale. Un dandy del secondo novecento e un esteta terribilmente critico, forse l’unico geniale teologo e officiante di una pop-art musicale, che è anche condanna delle mode effimere radiofoniche e del vuoto di sostanza della peggiore industria discografica.

foto Rita Antonioli
assistente alla produzione Alessandra Cusani
collaborazione artistica
Alessio Lega, Enrico Medail, Sandra Melosso, Eleonora Sparvoli

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